mercoledì 19 novembre 2008

nessun sacrificio

Cammino nel substrato merdoso di questa città merdosa, mi oppongo alla folla invasata che spinge nella direzione opposta, mi reco a lavoro in ritardo come sempre, e devo assolutamente non perdere il treno, o la situazione diventava pesante.
alla fine salgo, e mi godo il profumo del fiato di decine di persone con l’alitosi, cazzo, non ho nemmeno fatto colazione per dio, mi volete gia morto.
Una testa di cazzo dall’aria tirata e i capelli cromati, ciancica merda al suo cellulare, racconta ad una amica le sue esperienze sessuali, marcandone tutti i passaggi, e scrutando nel frattempo con la coda dell’occhio, l'effetto che ha il suo discorso sui passeggeri, sopratutto i maschietti di una certa età, che fingono lo sguardo sopra il giornaletto della metro, ma che non smettono di sbavargli sul culo.
Li conosco bene quei tipi, hanno tutti la stessa faccia in fondo, la stessa smorfia sfinita e rassegnata, immortalati in quell’ultima espressione di sofferenza esistenziale, priva di colori, e soggetta solo alla gravita atmosferica.
Li conosco bene quegli sguardi rubati, rapidi, furtivi, quel tanto da immagazzinare qualche frame decente, da riutilizzare poi a casa mentre ti spari una ricca sega.
Si apre la porta e scendo, i ventilatori nebulizzano acqua nell’aria, ma non tolgono la puzza di marcio che impregna tutto, mentre cerco l’uscita, mi trovo davanti un cinese che non capisce dove sta l’uscita, mi avvicino e gli dico- amico non c'è nessuna cazzo di uscita, non si arriva da nessuna parte senza sacrificio, oggi tutti vogliono tutto e rapidamente, e allora ecco, levati dalle palle che devo passare.

Nessun commento: