giovedì 5 marzo 2009

RASTA BLASTA- IL PROFETA FRA LE LAMIERE



Mi ritrovo a tossire forte, in mezzo a i gas e il fumo di questa landa di disperati.
Ecatombe, il mostruoso robot del piccolo dante si e spento, proprio all'ingresso di questa baraccopoli smisurata, alle porte della disperazione umana.
fuori dalla citta, i disperati avevano ammucchiato lamiere su lamiere, per ripararsi dagli anni che avrebbero passato sul confine, in attesa di poter entrare nella city, li sotto avrebbero passato tutta la vita, e oggi si vedono i risultati.
da fuori sembra la corazza di una tartaruga gigantesca, arrugginita, nello strisciare fino al confine, morta sotto il sole, senza acqua, priva di forse, con la sola speranza di sperare.
il robot ci ha mollati qui e poi si è spento, i ragazzini sono spariti, mi hanno lasciato in mezzo ad un mercato, dove per chissà quale motivo, qualcuno mi ha raccolto e curato, qualcuno di stranamente sensibile e caritatevole, qualcuno che ha avuto pietà di questo povero vecchio rasta.
ovviamente mi hanno rubato le mani robotiche , e con i moncherini cerco di rullare un po d'erba trovata in un sacchetto vicino a me, faccio pena, ma e troppo tempo che il vecchio rasta non assapora un po della sua ganja.
due mani si avvicinano e mi aiutano, sono mani piccole, mani di un ragazzino, nascosto tra gli stracci che lo ricoprono si intravedono gli occhi, mi sta guardando con incredibile tenerezza, ed io lo lascio fare, anche se sento il peso di quello sguardo.
deve essere lui che mi ha curato, dentro la sua baracca di lamiere, con acqua pulita, mi ha lavato le ferite, ed ora sta pressando l'erba nella pipa e me la porge ed inizia a parlare.

abbiamo affidato tutto noi stessi alle macchine, e ne abbiamo pagato il costo piu caro.

un tempo pioveva anche dove non piove, e l'acqua era tutto per noi, il nostro amore, la nostra paura, la nostra vita.
avevamo giochi e sorrisi, e avevamo un disperato bisogno di stare insieme, di sentire l'unione, la festa, la famiglia.
stare troppo tempo da soli ci ha convinti di essere soli, ci siamo conviti di avere tutto a portata di mano, ci siamo convinti che potevamo fare a meno di tutto.
ignorando si diventa ignoranti e insensibili, una volta che non si sente e non si avverte ci si perde, e la capacita naturale di ritrovare la strada, si e smarrita nella genetica, e nella convinzione di essere dio.

stiamo pagando il prezzo piu alto rasta, per aver dimenticato cosa in fondo ,semplicemente ci rendeva felici, abbiamo sempre avuto tutto sottomano, finche non l'abbiamo lasciato andare.

non ci puo essere un lieto fine alla nostra storia ora, se non facciamo di tutto per riafferrare il perduto, l'unica dinamica possibile, è accettare il fatto che noi non siamo dio, ma siamo la sua volontà casuale.

nella rete ci sono portali che si sono aperti, le energie di altri mondi sono confluite in un unica grande rete e presto ne vedremo le conseguenze, il lancio di dadi che si trasforma in risultato, ma a noi piccoli esseri non e dato capire piu di questo, perche abbiamo ancora il compito di preoccuparci delle cose basilari, le uniche che abbiamo trascurato, che abbiamo abbandonato, e che ci hanno reso ciechi.

ora apri gli occhi rasta, la fine e solo iniziata.

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