lunedì 18 maggio 2009

RASTA BLASTA: le vie dei randagi

Esiste la cecità da buio, e quella da troppa luce, deve essere cosi per forza, guardandomi intorno, nonostante la miseria, non riuscivo a vedere oltre quello che potevo comprare, un mercato infinito di qualsiasi cosa, non esisteva piu nessuna differenza tra oggetto e animale, souvenir e puttane, accatastate allo stesso modo, con la stessa faccia, lo stesso sorriso sdentato.
La baraccopoli che si era formata sulle mura della città eterna, come una favela brasiliana, non era certo un simpatico hotel, anche se gli illuminati aveva creato a dovere ogni particolare di questo mondo, gli sfuggi il controllo sui fedeli, che spinti dalla paura dell’apocalisse, si spostarono all’unisono verso il vaticano, Roma venne militarizzata,paralizzata, costruirono alte mura protettive appena fuori il raccordo anulare, e su di esse si incrosto la massa in fuga, un onda gigante che si infranse lasciando detriti e lamiere.
Questa è la casa dei randagi, gente senza nome, senza identità, cresciuta in questi vicoli labirintici, formati da plastica lamiera sporcizia e dolore,con i piedi impolverati e le facce rugose, signori assoluti dell’arrangiarsi,della sopravvivenza, sorrisi e cicatrici, mentre si muovo alla ricerca di cibo, come antichi cacciatori nella foresta, sotto lo sguardo minaccioso di quello smisurato totem che era la città.
Il piccolo profeta aveva ragione, questo era l’inizio della fine, l’umanità non assomigliava piu a nulla dei miei ricordi infantili, niente piu estati al mare, fumate e schitarrate, pomiciate sotto la luna, mentre i signori partivano per lo spazio, alla ricerca di nuove colonie, i resti di noi vivono cosi, come capitava, inventando ogni giorno nuovi modi per andare avanti.
Mi buco il piede con una lattina, mi accorgo di non avere le scarpe, mi avevano rubato anche quelle, e cosi sporco e trasandato, ero esattamente come loro, non venivo notato da nessuno, perfettamente integrato, e senza le mie mani robotiche, con questi moncherini pietosi, potevo persino essere scambiato per un mendicante. La mia vita non era in pericolo.
Cosi lontano dal club di doraimon, dalla mia televisione, ero tornato alle origini, fra la gente che piu mi somiglia, la pelle arroventata di chi trasporta pesi sotto il sole, le urla dei bambini che giocano in strada, la palla che rotola, l’odore della carne che sfrigola sulla brace.
Un mio amico un giorno mi disse che esistono società segrete che controllano il mondo, io gli risposi che non erano per nulla segrete, perche tutti conoscevano i nomi , i volti e i marchi di queste società, non si erano mai nascoste, avevano continuato a fare tutto alla luce del sole, ma le persone, la massa, era contenta cosi, troppo distratta dalla ricchezza, troppo impegnata nei doveri, cieca nel buio, accecata dalla luce, tutto troppo veloce per riuscire a sfuggire.
Guarda ora come si palesa tutto, quale era il grande piano nascosto, e dimmi se non lo abbiamo sempre saputo.

E se dio non fosse mai esistito , non avremmo mai avuto voglia di imitarlo o rinnegarlo.

Potavamo essere figli del mondo, semplici e genuini, con i nostri difetti certo, ma non certo quello di non lasciare piu speranza, potevamo stare semplicemente insieme, con le nostre contraddizioni, ma senza odio, la giusta competizione, senza pistole, braccio contro braccio, testa contro testa, senza vigliaccherie, senza coinvolgere tutti e tutto, ci potevamo anche odiare al limite, ma senza morti.

Abbiamo perso il rispetto.

La voce del bambino profeta risuona nella mia testa, ancora e ancora, fino a non riuscire piu a pensare ad altro, il mio stesso modo di pensare è cambiato, mi ha cambiato guardarlo negli occhi, è solo un bambino, ma porta con se tutta la saggezza persa di questo mondo malato.

Il vecchio rasta non è arrivato qua per caso, nulla è successo per caso, è tutto frutto di una volontà, una volontà piu in alto di me, cosi in alto da vedere ogni particolare ben definito, conoscere l’insieme del quadro finale, è non sono i grandi commercianti, non sono i politici, non è nessuna forma di potere terreno.


Mi volto un ultima volta indietro pensando al piccolo jimmy e al suo amico dante,persi per le vie dei randagi, che jah li protegga, ora ho capito in mezzo a tutta questa confusione cosa devo fare, e per la prima volta nella vita, mi sono chiare tante cose che non riuscirei nemmeno a spiegare.

Chiudo gli occhi per un secondo e mando giu il magone. Addio babylon, io torno a casa mia.

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