mercoledì 16 aprile 2008

Le tre torri

Blu


Ah, questa mia dannata psiche oramai se va per fatti suoi e non mi da pace. Un tempo li chiamavo punti follia, ed era una banale penalizzazione di quei giochi che si fanno da ragazzi, uno pò di idromele qualche biscotto di segale cornuta...tanta immaginazione... Poi pian piano le cose cominciarono a farsi reali e scoprii di essere in grado di vivere più vite contemporaneamente...M le mutaporte...i malefici di Moris Lieb...la possente ira di Tzinch..i ghiacci sterminati e poi giù, in fondo, fino spezzare i neuroni nelle ripetute fusioni con la grande madre rete. E se penso a quanto ero ingenuo e sciocco...ai pericoli corsi e a tutte le mutazioni che ho attraversato...c'è qualcosa che in tutta questa storia ancora non torna. Ora che sono vecchio e malandato. Ora che non mi rimane altra forza se non quella di aspettare la morte, mio ultimo viaggio, ultimo arcano che nessun vivente mai, fu in grado di svelare.

Rossa



ioni di argento e silicio, tocco lentamente con la punta della lingua i microcircuiti stampati che compongono
una delle spire della torre, piccole scariche elettriche e quel sapore acre e freddo, polvere d'argento e silicio,
un rumore impercettibile interrompe l'estasi, mi volto in cerca di qualcosa o qualcuno che non c'è, che non
vedo, sono solo, sono il solo a correre sulle vette della solitudine e della consapevolezza, spire di
conoscenza, infinite scale per infinite porte su infiniti mondi di informazioni infinite, miscroesistenze d'un
universo atomizzato, torno a guardare la sottile venatura che corre sotto la superficie fredda della pelle di
questa babele, torno a percorrerla nella ricerca d'un gap, d'un buco, d'una piega nella quale infilare la mia
umida lingua, come un cammello nel deserto, come un rabdomante disperato e cieco e perso, alieno al resto
del mondo, distante dall'altro da se e dalla ricerca, come un tossico da undertown che si trascina tra i resti
dello spawl e nella biomassa del kipple che avanza mangiandosi l'agglomerato, dov'è la mia dose di felicità,
dov'è il mio gral, dove la risposta? una risatina mi colpisce come un maglio dietro l'orecchio destro, mi volto e
sono solo, non posso pensare, il cervello umano in una situazione normale impiega circa sette secondi a formulare una risposta ad una sollecitazione esterna, sottopressione impiega 5 secondi, e giustamente
addizionato di un accelleratore brainpump a rilascio graduale di neurodorfina impiega circa 3 secondi, tra tre
secondi potrei essere già morto, scarto di lato e mi lascio cadere, lancio un paio di cloni in direzioni diverse e
mi volto, non vedo nulla ma so che è lì da qualche parte e mi sta inseguendo, la lucida superficie della torre
vive di riflessi rosso rubino, vuoti tentacoli elettrici si protendono verso di me, la risata ora è un tuono
possente, mi allontano nel buio vuoto nulla in cerca di salvezza...

1 commento:

MART ha detto...

no mohaddib non puo finire cosi!! ancora molto da scoprire e rivelare c'è la fuori.....non puo finire cosi.....