domenica 1 giugno 2008

RASTA BLASTA-senza ganja my friend

I RAGAZZINI MI AVEVANO PORTATO ATTRAVERSO LE FOGNE FINO UN PUNTO IN CUI POTESSIMO RIPOSARE, I MILITARI CI STAVANO DIETRO, DOPO QUEL CASINO NEL MARKET, DOVEVAMO TROVARE UNA SOLUZIONE, ANZI IO AVREI DOVUTO TROVARLA, NON POTEVO CERTO ASPETTARMI CHE DUE RAGAZZINI MOLLACCIOSI POTESSERO AIUTARMI AD USCIRE DA QUESTA VALANGA DI MERDA.
QUALCOSA MI AVEVA PUNTO NEL MARKET, MI AVEVA FATTO SVENIRE, E ORA MI FACEVA INFEZZIONE, SENTIVO LA CARNE INTORNO BRUCIARE, ma NON VOLEVO ALLERTARE I MOCCIOSI, AVREI TROVATO UNA SOLUZIONE da solo E PRESTO. MA POI IL VUOTO.

MI RISVEGLIAI DENTRO UNA STANZA, ARREDATA COME QUELLE DELLE PUBBLICITà, NELL'ARIA C'èRA ANCHE UN BUON ODORE, VICINO A ME I RAGAZZINI SORRIDEVANO, PROBABILMENTE ERO MORTO.
POI MI RISVEGLIo SUL SERIO, LA GAMBA MI FA MALISSIMO, HO LA febbre, tremo e sudo,il robot sembra una marionetta senza fili, e laria sà di merda piu che mai.

non posso camminare, chiuso qui dentro farò la fine del topo, come mi sarei dovuto aspettare all'inizio di questa storia, non va piu bene un cazzo al vecchio rasta, sopratutto senza la sua amata ganja. svengo ancora.

mi risveglio e vedo i ragazzini tremare, i militari ci hanno trovato, e la fine per tutti, in fondo al tunnel vedo le luci cercarci, ci trovano, siamo fritti.

i ragazzini torneranno a casa, con tutta probabiltà si prenderanno uno schiaffo e una settimana chiusi in casa per punizione, al povero vecchio rasta, nero, povero e vecchio, probabilmente lo fucileranno direttamente sul posto.

i militari sono in assetto da guerra supersonica, hanno i laser e tutto quanto il necessario per farci fuori alla svelta, li sento scambiarsi le cordinate del mio cuore, del mio stupido cervello da negro, niente piu ganja my friend, niente piu pussy love amigo, addio stupido rasta, i proiettili sono piu forti delle tue manacce vecchie, addio stupido barbone, dice uno dei militari, puntandomi un bazooka sulla tempia.

quando mi riprendo, sono fra le braccia di ecatombe, tutto zuppo di sangue, sta correndo con me e i ragazzini fuori dalla città, lontano della bidonville, sulla strada che porta a sud, nelle terre libere, dove vivevano i miei nonni un tempo, verso la costa, il mare.
guardo il robot, che mi tiene come un pargoletto fra le sue possenti braccia, lo guardo curioso di capire chi lo sta pilotando, quale forza si è risvegliata in lui, perche mi ha salvato la vita per due volte, facendomi uscire da una situazione disperata,guardo la scia di morti che si lascia alle spalle, la precisione delle sue mosse, sembra avere un piano preciso, e mentre continuo a farmi domande e fissandolo dritto in quel suo occhio vuoto, vedo una luce gialla accendersi, la sua testa sproporzionata, voltarsi verso di me dicendo, "gnam gnam"

ed io "hai fame? non dirlo a me, senza ganja my friend"

Nessun commento: